Tra i temi interessanti emersi durante l’evento di Latisana dello scorso 18 Aprile, uno è particolarmente attuale e riguarda l’abbandono dell’attività sportiva da parte dei giovani. Un genitore mi ha chiesto: “I ragazzi devono giocare, altrimenti hanno ragione se abbandonano l’attività, non crede?”

PERCHÈ I GIOVANI ABBANDONANO LO SPORT

Iniziamo col presupposto che i giovani dovrebbero giocare il più possibile. Naturalmente, ciò dipende dall’età e dal livello: più sono giovani e amatoriali, più dovrebbero avere la possibilità di giocare. Tuttavia, le difficoltà sorgono con l’aumentare del livello competitivo, l’età dei partecipanti e l’importanza delle partite. È in questi contesti che molti giovani decidono di ritirarsi, spesso perché non tollerano il ridotto tempo di gioco o la mancanza di considerazione.

LA CONSIDERAZIONE DEGLI ATLETI

Da giovane giocatore, accettavo a malincuore le sostituzioni e, talvolta, reagivo malamente, dirigendomi direttamente negli spogliatoi senza supportare i miei compagni dalla panchina per il resto della partita. Ora, dopo aver letto numerosi libri e aver accumulato molta esperienza, ho capito i miei errori, ma anche cosa avrebbe potuto aiutarmi a gestire meglio la situazione: essere considerato.

SONO GIOVANI E HANNO BISOGNO DI UN MISTER ATTENTO

Quando un allenatore mi spiegava le ragioni che c’erano dietro una sua decisione o mostrava fiducia in me, accettavo la sostituzione senza problemi. Questo vale per tutte le categorie, anche i giocatori professionisti – che sono pur sempre ragazzi – accettano di non giocare, ma non tollerano di essere “trascurati”. Vogliono essere trattati equamente durante gli allenamenti, essere motivati e stimolati quanto coloro che giocano di più; in questo, il ruolo dell’allenatore è fondamentale.

TIENI TUTTI IN CONSIDERAZIONE

I giovani giocatori, anche se giocano meno, devono essere trattati con la stessa considerazione, ogni giocatore merita attenzione: l’allenatore dovrebbe interessarsi non solo delle loro prestazioni sportive, ma anche della loro vita extra-sportiva, chiedendo come stanno e come si sentono. È fondamentale fornire feedback costruttivi e creare un ambiente che favorisca la loro crescita sia come individui che come atleti.

Simone