La mindfulness nel calcio, come in altri sport, si riferisce a una pratica che mira a migliorare le prestazioni degli atleti attraverso la consapevolezza e l’attenzione mentale. Si tratta di una tecnica che combina elementi di meditazione, concentrazione e controllo emotivo per aiutare i giocatori di calcio a essere più presenti nel momento e ad affrontare le sfide mentali legate alla competizione.
Ecco come la mindfulness può essere applicata al calcio e allo sport in generale:
1. Consapevolezza del respiro: La respirazione è spesso usata come punto di focalizzazione per allenare la consapevolezza. I giocatori imparano a concentrarsi sul respiro per rimanere presenti nel momento e distrarre la mente dai pensieri negativi o dalle preoccupazioni.
2. Consapevolezza corporea: I giocatori imparano a essere consapevoli delle sensazioni fisiche durante il gioco, come il contatto con il pallone, il terreno sotto i piedi e le sensazioni muscolari. Questo aiuta a migliorare il controllo del corpo e la coordinazione.
3. Gestione dello stress: La mindfulness può aiutare i giocatori a gestire lo stress e la pressione delle partite. Imparano a riconoscere le emozioni che sorgono durante il gioco e ad affrontarle in modo efficace senza essere sopraffatti.
4. Concentrazione: La pratica della mindfulness aiuta i giocatori a migliorare la loro concentrazione. Imparano a focalizzarsi sul compito in corso, come il passaggio di un pallone o la marcatura di un avversario, senza distrazioni mentali.
5. Risposta alle situazioni di gioco: Essere consapevoli del momento presente consente ai giocatori di prendere decisioni migliori in campo. Possono reagire più rapidamente alle situazioni in evoluzione, come un cambiamento nella strategia avversaria o un’opportunità di attacco.
6. Gestione delle emozioni: La mindfulness insegna ai giocatori a gestire le loro emozioni, compresi momenti di frustrazione, rabbia o euforia. Questo aiuta a mantenere la calma sotto pressione e a evitare comportamenti impulsivi che potrebbero portare a penalizzazioni o espulsioni.
7. Auto-motivazione: La mindfulness può aiutare i giocatori a mantenere alta la loro motivazione. Imparano a collegarsi alle ragioni profonde per cui giocano a calcio, oltre al semplice desiderio di vincere, il che può aiutarli a rimanere impegnati e a superare i momenti difficili.
8. Costruzione del team: La mindfulness può anche essere utilizzata per migliorare le relazioni all’interno della squadra. Gli esercizi di mindfulness di gruppo possono aiutare i giocatori a sviluppare una migliore comprensione reciproca, comunicazione e fiducia.
Molti sono gli atleti che hanno integrato la mindfulness nella loro preparazione mentale, ad esempio: LeBron James, Novak Djokovic, Michael Jordan, Rafael Nadal, Russel Wilson (football americano), Phil Jackson (Ex-allenatore di basket) noto per aver guidato i Chicago Bulls e i Los Angeles Lakers a numerosi titoli NBA, ha incoraggiato la pratica della mindfulness tra i suoi giocatori. Sui suoi metodi di allenamento ha anche scritto un libro intitolato “Eleven rings”, testo molto interessante con tanti spunti utili.
Poco importa se alleniamo atleti dilettanti o professionista, l’allenatore deve mettere a disposizione dei propri atleti quante più frecce possibili nel loro arco per emergere come persone prima e come atleti poi. Immaginate un portiere, nel classico esempio, prende gol causa un suo errore, magari ad inizio partita, la motivazione classica del mister è: “dai su non importa, stai tranquillo succede, non pensarci, forza forza! Ma che motivazione è! Questa è quella spicciola dozzinale, da bar dello sport, motivare un ragazzo è un’altra cosa.
La mindfulness, in questo caso specifico, ti supporta nel restare nel qui e ora, nell’astenerti dal giudizio, e di focalizzarti sul presente. L’errore c’è, fa parte della crescita e accomuna ogni atleta, come dice Michael Jordan nella sua famosa citazione: “avrò segnato undici volte canestri vincenti sulla sirena, e altre diciassette volte a meno di dieci secondi alla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di 9.000 tiri. Ho perso quasi 300 partite. Per 36 volte i miei compagni si sono affidati a me per il tiro decisivo… e l’ho sbagliato. Ho fallito tante e tante e tante volte nella mia vita. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.”
Superare l’errore, quindi, diventa importante e la mindfulness ti aiuta a farlo. È chiaro che bisogna allenarsi durante la settimana, dedicare del tempo per cambiare il nostro mindset e renderlo dinamico, perché diventare è meglio che essere!