{"id":322,"date":"2014-11-07T21:51:53","date_gmt":"2014-11-07T21:51:53","guid":{"rendered":"http:\/\/simoneteso.com\/?p=322"},"modified":"2023-09-29T10:11:37","modified_gmt":"2023-09-29T10:11:37","slug":"una-giornata-con-i-miei-genitori","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/simoneteso.com\/una-giornata-con-i-miei-genitori\/","title":{"rendered":"Una giornata con i miei genitori"},"content":{"rendered":"

Oggi ho trascorso una giornata davvero particolare. Ho accompagnato i miei genitori in ospedale per far fare un esame molto particolare a mio pap\u00e0. E cosa c\u2019\u00e8 di strano? Nulla assolutamente, anzi, la cosa particolare \u00e8 che questa giornata mi ha portato a riflettere molto sugli aspetti della vita, \u201csulla ruota che gira\u201d, sul diventare anziani, sul condividere una vita insieme, su cosa vuol dire l\u2019amore incondizionato.<\/p>\n

Mia mamma nel 1992 ebbe un gravissimo incidente che le cambi\u00f2 per sempre irrimediabilmente la vita, a lei e a tutti noi. Mio pap\u00e0 aveva una piccola azienda grafica, era molto dedito al lavoro, pur non facendoci mancare nulla a livello affettivo, molte ore le dedicava all\u2019 azienda. Alla famiglia e ai suoi tre figli (me compreso) ci pensava mia mamma. I compiti, la scuola, il catechismo, il calcio, un p\u00f2 come tutte le famiglie degli anni ottanta: la mamma a casa e il pap\u00e0 a lavorare. L\u2019incidente cambi\u00f2 in un attimo la nostra vita e quella dei miei genitori in particolare.
\nMio pap\u00e0 inoltre si trov\u00f2 di punto in bianco a dover gestire tre figli, l\u2019azienda e sperare che mia mamma si svegliasse dal coma e soprattutto che fosse ancora una persona \u201cnormale\u201d. Ricordo ancora quando faceva le notti in ospedale e di giorno andava a lavorare,<\/strong> pur ostentando tranquillit\u00e0 ai nostri occhi, per non farci preoccupare pi\u00f9 del dovuto e farci pesare il meno possibile una situazione di per s\u00e9 tragica.<\/p>\n

Mia mamma, dopo grandi sofferenze si risvegli\u00f2 dal coma e inizi\u00f2 una fase di recupero molto difficile e tortuosa. Aveva \u201cazzerato\u201d il cervello e doveva ricostruire tutto come una bambina piccola. Avevamo il compito di ripeterle costantemente il proprio nome per farglielo ricordare (aveva rimosso anche quello), andava dalla logopedista per re-imparare e parlare: le facevamo fare dei disegni per farle riacquistare la manualit\u00e0. Era commovente vedere una donna di quarantadue anni ripartire da zero e al tempo stesso notare con che determinazione eseguiva i \u201ccompiti\u201d. Mai, pi\u00f9 grande insegnamento mi fu dato sulla forza di volont\u00e0 e sul desiderio di ottenere un obiettivo.<\/strong> Per starle maggiormente vicino e affiancarla nel lungo recupero, mio pap\u00e0 lasci\u00f2 l\u2019azienda per tuffarsi in una nuova vita: impar\u00f2 a far da mangiare, cominci\u00f2 a seguirci attivamente e si occup\u00f2 della casa. Un altro grande insegnamento: cosa vuol dire amare una persona e la propria famiglia.<\/strong> Fece tutto alla grande! Mia mamma riusc\u00ec a recuperare buona parte della sua infermit\u00e0 e ora per lo meno si concede una vita dignitosa. Da considerare il fatto che durante il traporto con l\u2019elisoccorso ci dissero che non sarebbe arrivata viva all\u2019ospedale\u2026(qui ci sarebbero tutti gli elementi per aprire un capitolo sulla comunicazione J).<\/p>\n

Oggi, dicevo, ho accompagnato entrambi in ospedale per un esame a mio pap\u00e0. Di fatto le cose si sono leggermente invertite: ora \u00e8 lui che ha bisogno di maggior sostegno. Siamo partiti relativamente in anticipo rispetto all\u2019orario previsto, intorno alle 8:00 eravamo gi\u00e0 in macchina per essere certi di arrivare puntuali considerato l\u2019intenso traffico di questi giorni causato dalle intense piogge. Volevamo essere tranquilli. Parcheggiamo a 200 mt dall\u2019ospedale e a piedi ci avviamo verso il padiglione. Durante la camminata l\u2019agitazione era papabile: si erano svegliati entrambi alle 5 per essere in orario e mi faceva tenerezza vedere come si accertavano per l\u2019ennesima volta che la data fosse quella giusta, che ci fossero tutti i documenti, che fosse tutto in ordine. Sorridevo nell\u2019osservarli cosi mutati nel tempo;\u00a0<\/strong>mi sono sentito ormai grande nel pensare che ora ero io a portarli in giro come una volta loro facevano con me. Siamo arrivati in perfetto orario: avevamo appuntamento alle 9.30 e puntualmente i dottori ci hanno accolto. Molto zelanti ci hanno istruiti : l\u2019esame consisteva inizialmente nell\u2019 iniettare a mio pap\u00e0 un reagente radioattivo nel sangue, farlo agire per qualche ora e poi eseguire il test.
\nMorale, il test vero e proprio era previsto per le ore 14:00 senza che il paziente potesse lasciare l\u2019ospedale e senza avere contatti con persone esterne. Io e mia mamma quindi, abbiamo approfittato per dirigerci verso il centro citt\u00e0 e fare un giro per i negozi come facevamo un tempo, molto lentamente, ma l\u2019abbiamo fatto. Mi si \u00e8 riempito il cuore di gioia passeggiare con chi mi ha messo al mondo, con chi ha combattuto tra la vita e la morte per i propri figli : \u201csono viva per voi<\/strong>\u201d ci racconta, \u201cquando ero in coma ricordo ancora le vostre voci e mi dicevo che dovevo farcela, che non potevate restare senza mamma\u201d.<\/p>\n

Ci siamo permessi anche un aperitivo prima di pranzare, per poi tornare in ospedale. Era agitata la signora Paola: non vedeva l\u2019ora di tornare da suo marito, guardava continuamente l\u2019orologio e pi\u00f9 si avvicinava l\u2019ora e pi\u00f9 cresceva l\u2019ansia. \u201cMamma andiamo? Forse \u00e8 meglio\u201d le ho detto ad un certo punto: nemmeno il tempo di finire la frase che lei aveva gi\u00e0 la borsetta in mano, pronta per uscire. Siamo tornati quindi al padiglione A per attendere che Michele finisse i suoi test. Finalmente alle 15 siamo usciti dall\u2019ospedale e mentre ci incamminavamo verso la macchina i miei si scusavano per avermi fatto perdere tutta la giornata. Alch\u00e8 ho risposto con un filo di commozione: \u201cma quante giornate mi avete dedicato voi? Per una che ogni tanto che vi dedico io? s\u00f9 s\u00f9 state tranquilli!\u201d Giornata persa? NO, ASSOLUTAMENTE NO! Giornata guadagnata<\/strong>!<\/p>\n

Ho riscoperto emozioni sopite, ho capito che veramente la vita \u00e8 una ruota, ho scoperto cosa vuol dire amare; ho scoperto ancora una volta che si educa con l\u2019esempio, che l\u2019amore tra due persone \u00e8 davvero magico e bellissimo. Ora, e sempre di pi\u00f9, io e i miei fratelli ci prenderemo cura di loro, almeno come loro hanno fatto con noi. Ci ricorderemo tutti i sacrifici che hanno fatto per farci crescere, per farci diventare ci\u00f2 che siamo e lo faremo con grande disponibilit\u00e0, gioia e amore. Questa giornata mi ha insegnato molto, anzi moltissimo e ringrazio davvero di cuore i miei genitori di avermi fatto “perdere” un giorno (come dicono loro), d\u2019ora in poi ne “perder\u00f2” molti altri. Mi auguro, cari mamma e pap\u00e0, di riuscire almeno in parte, a trasmettere ai miei figli ci\u00f2 che voi avete trasmesso a noi, incondizionatamente con tanto tanto amore. Vi voglio bene!
\nGodiamoci tutti i momenti che trascorriamo con le persone care. Non tornano pi\u00f9 indietro, arricchiscono il nostro presente e migliorano il nostro futuro.<\/strong><\/p>\n

Simone<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

Oggi ho trascorso una giornata davvero particolare. Ho accompagnato i miei genitori in ospedale per far fare un esame molto particolare a mio pap\u00e0. E cosa c\u2019\u00e8 di strano? Nulla assolutamente, anzi, la cosa particolare \u00e8 che questa giornata mi ha portato a riflettere molto sugli aspetti della vita, \u201csulla ruota che gira\u201d, sul diventare anziani, sul condividere una vita insieme, su cosa vuol dire l\u2019amore incondizionato. Mia mamma nel 1992 ebbe un gravissimo incidente che le cambi\u00f2 per sempre irrimediabilmente la vita, a lei e a tutti noi. 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