{"id":2730,"date":"2020-06-14T19:17:34","date_gmt":"2020-06-14T19:17:34","guid":{"rendered":"https:\/\/simoneteso.com\/?p=2730"},"modified":"2023-09-29T14:16:15","modified_gmt":"2023-09-29T14:16:15","slug":"il-calcio-post-covid","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/simoneteso.com\/il-calcio-post-covid\/","title":{"rendered":"Il calcio post Covid"},"content":{"rendered":"

Come sar\u00e0 lo sport e il calcio in particolare post Covid? Difficile dirlo, nessuno pu\u00f2 saperlo con certezza in questo momento, i sociologi stanno studiando come sar\u00e0 la nuova vita sociale, le federazioni dei vari sport stanno facendo altrettanto, con l\u2019augurio che si pensi maggiormente al bene dello sport, piuttosto che a ben figurare davanti all\u2019opinione pubblica con tante parole e pochi fatti.\u00a0<\/span><\/p>\n

Io comunque ho una certezza :-): bisogna ripartire dalla persona. Dal giocatore. Dal ragazzo. Mi auguro che nel loro piccolo le societ\u00e0 sportive abbiamo compreso come l\u2019essere umano debba essere al centro di ogni progetto, investire sulla crescita nei giovani del settore giovanile, per avere uomini prima e giocatori poi, pronti a difendere i colori della maglia e con un senso di appartenenza molto forte.<\/p>\n

Nel gennaio del 2014, Mister Rossitto mi chiam\u00f2 a Pordenone per affiancarlo nella difficile sfida di far risalire la squadra ormai destinata alla retrocessione. Ultima in classifica in serie C (all\u2019epoca LEGA PRO) a 6 punti dalla penultima e il morale dell\u2019ambiente sotto i tacchetti. \ud83d\ude42<\/p>\n

Da grande allenatore ed esperto uomo di calcio, aveva compreso che il lavoro che doveva intraprendere, non poteva essere solo di campo, doveva essere un lavoro integrato tra la parte tecnica-tattica e quella fisica e mentale. Eravamo uno staff completamente nuovo rispetto alle gestioni precedenti, in poco tempo dovevamo integrarci e metterci l\u2019uno a disposizione dell\u2019altro, al servizio della squadra. Si cre\u00f2 un clima bellissimo, un\u2019alchimia straordinaria anche con la parte medica (fisioterapisti e massaggiatori), li ho capito veramente che per allenare bene una squadra, lo staff \u00e8 alla base di tutto. Rispetto dei ruoli, sinergia nel lavoro, il mister lasciava lavorare tutti, ci confrontavamo sistematicamente tra di noi sul lavoro svolto con continui feedback in campo e fuori. I giocatori avevano percepito questa nostra coesione e si \u00e8 fatta trascinare, hanno compreso che noi ci credevamo davvero e che eravamo li per loro, a loro disposizione.\u00a0<\/span><\/p>\n

Come ogni squadra che si deve salvare e non ha grandi doti di palleggio, il mister inizi\u00f2 subito con un carico di allenamenti importante a livello fisico, con sedute intense alle quali i giocatori non erano abituati. Con nostra grande sorpresa notammo che tutti si misero a lavorare senza lamentarsi, anzi, venivano ad allenamento con entusiasmo consapevoli che era l\u2019unica strada da percorrere per mantenere la categoria.\u00a0<\/span><\/p>\n

Integrammo anche un lavoro mentale, per molti giocatori ancora sconosciuto, con visualizzazioni, visione di video motivazionali creati ad hoc per ogni giocatore, sessioni singole, video di squadra per trasmettere il senso di appartenenza e l\u2019unione del team, incontri alla quale partecipavano tutti i componenti della squadra, anche i magazzinieri.\u00a0<\/span><\/p>\n

I risultati si videro quasi subito, dopo un breve periodo di assestamento e comprensione della nuova metodologia di lavoro, i risultati cominciarono ad arrivare. I tifosi, che ormai lasciavano lo stadio semideserto, compresero la dedizione di questi ragazzi e l\u2019impegno che ci mettevano per difendere i colori neroverdi e riprese a venire allo stadio. Totalizzammo 28 punti su 20 partite, una media punti di 1,41, che generalmente appartiene a squadre che ambiscono ad arrivare ai playoff. Raggiungemmo i playout dove arrivammo un p\u00f2 con il fiato corto, una grande cavalcata che port\u00f2 comprensibilmente ad un grande dispendio di energie, se in un circuito corri in macchina sempre a 200 all\u2019ora, curve comprese, hai molte pi\u00f9 probabilit\u00e0 di finire fuori strada. Noi non avevamo scelta. Dovevamo rischiare.\u00a0<\/span><\/p>\n

Alla fine retrocedemmo ai playout, non riuscimmo a mantenere la categoria per un soffio, ma la cosa che ci impression\u00f2 maggiormente, \u00e8 che i tifosi fuori dalla stadio e durante la sosta in autogrill di rientro da Monza, continuavano a tifare e fare i complimenti ai ragazzi per il loro impegno e la loro professionalit\u00e0. E\u2019 stata un\u2019emozione fortissima che mi ha restituito la convinzione che quando lavori in sinergia tra tutte le componenti di un team, quando sei sincero e trasparente nei confronti dei giocatori e delle persone in generale, quando hai obiettivi chiari e riesci ad arrivare all\u2019emozioni dei giocatori, i risultati arrivano.\u00a0<\/span><\/p>\n

Il lavoro svolto a Pordenone non pass\u00f2 inosservato nell\u2019ambiente, cos\u00ec il mister venne chiamato dalla Cremonese nel Gennaio 2015 per risalire la classifica che, per la ambizioni della societ\u00e0 e del Cavalier Arvedi, era insoddisfacente.\u00a0<\/span><\/p>\n

A Cremona si cre\u00f2 uno staff nuovo, dell\u2019esperienza precedente solo io e il Mister cominciammo questa nuova avventura. Il nostro metodo ovviamente rest\u00f2 lo stesso, cambiarono gli interpreti dello staff, anche a Cremona di altissimo profilo, professionisti preparati e persone di valore, ma la metodologia utilizzata fu la medesima. Lavoro integrato fisico-tecnico-tattico e mentale con in aggiunta anche analisi video personalizzate ad ogni giocatore.\u00a0<\/span><\/p>\n

Ricordo ancora il primo allenamento, arriviamo e subito contestazione dei tifosi alla squadra per lo scarso rendimento e il poco impegno. Io e il Mister ci guardammo negli occhi e ci dicemmo:\u201d le cose facili proprio a noi non piacciono\u201d, con conseguente risata e con quella positivit\u00e0 che non ci \u00e8 mai mancata. Cominciammo subito a coinvolgere tutti nel nostro modo di pensare la gestione di una squadra, i fisioterapisti e i massaggiatori erano increduli nel sentirsi coinvolti, fino ad all\u2019ora dovevano solo massaggiare e comunicare all\u2019allenatore solamente i problemi fisici dei giocatori. Il ruolo del massaggiatore invece, \u00e8\u00a0 <\/span>importantissimo e deve assolutamente essere coinvolto nel progetto, purtroppo nel mondo del calcio siamo ancora molto chiusi su queste dinamiche.\u00a0<\/span><\/p>\n

Fortunatamente cominciammo a fare subito risultati, questo contribu\u00ec ad avvalorare il nostro lavoro e a vincere la diffidenza dell\u2019ambiente. A distanza di qualche settimana facemmo aprire i cancelli del centro di allenamento per far entrare i tifosi e questo stup\u00ec tutti, i tifosi per primi, in societ\u00e0 non erano molto convinti, fino ad allora nessuno mai lo aveva fatto. Invece fu una scelta azzeccata. Piano piano si sparse la voce e aumentarono i tifosi presenti che ci incoraggiavano, da qui nacque una cosa simpatica di un\u2019anziano tifoso che attendeva il mister ad ogni allenamento, per offrirgli una caramella alla menta.\u00a0<\/span><\/p>\n

Su questo noi crediamo, sul coinvolgimento di tutti gli stakeholder, tifosi compresi, sulla valorizzazione dei giocatori facendo crescere una mentalit\u00e0 vincente, portando un metodo di lavoro moderno e adeguato alle nuove generazioni.
\nAnche in Lombardia i risultati si videro, media punti di 1,86, la pi\u00f9 alta dell\u2019era Arvedi fino a quel momento, squadra dal 12\u00b0 al 5\u00b0 posto, ma soprattutto un bellissimo rapporto creato con le persone, che dura ancora a distanza di tempo.\u00a0<\/span><\/p>\n

Lavorare in sinergia non \u00e8 solo ad appannaggio del calcio professionistico, in una mia recente esperienza nel calcio semi-professionistico ho notato come, grazie alla lungimiranza di un direttore, si possa comunque lavorare bene anche nei dilettanti. Non serve solo il denaro, ma idee e obiettivi chiari.\u00a0<\/span><\/p>\n

Da qui, a mio avviso, bisogna ripartire. Dai valori, dall\u2019organizzazione, dalla scelta di professionisti che possano portare gli atleti a dare il massimo delle loro possibilit\u00e0. Migliorare si pu\u00f2. Basta volerlo!<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":"

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