La zona di comfort è una condizione mentale di sicurezza, di agio, dove tutto è rassicurante, dove non ci sono sorprese.

Quando le persone sono in una zona di comfort agiscono senza ansietà, hanno un livello di prestazione costante si sentono sicuri. Per qualcuno può essere un punto d’arrivo, raggiungere un senso di sicurezza su ciò che facciamo, altri la utilizzano come “cuccia” mentale, proviamo a fare cose nuove ci mettiamo in gioco con tutti i rischi che il cambiamento comporta e di tanto in tanto sentiamo la necessità di rientrare nella nostra cuccia, dove conosciamo tutte le nostre sensazioni e ci sentiamo protetti.

Altri invece si sentono in gabbia nella zona di comfort, avere le stesse abitudini, esempio fare sempre la stessa strada per andare al lavoro, avere lo sempre lo stesso posto in palestra ecc ecc, e cercano nuove esperienze per imparare, per evolvere, per conoscere situazioni sia nella vita che nello sport che gli permettano di attivare nuovi comportamenti.

Questo a mio avviso è importante, se vogliamo evolvere fare nuove esperienze dobbiamo necessariamente uscire dalla nostra zona di comfort, imparare nuove strade per andare al lavoro, cambiare il nostro posto nello spogliatoio della palestra, imparare nuovi sistemi di gioco, sia se abbiamo 20 o 40 anni, con l’obiettivo di rendere sempre più ampia la nostra zona di agio, questo per gestire meglio le avversità, le difficoltà e i cambiamenti con prontezza ed efficacia.

Nella vita come nel mondo del calcio e dello sport in particolare, le cose si modificano velocemente e più noi saremo avvezzi al cambiamento, ad uscire dalla nostra cuccia mentale più saremo pronti a cogliere grandi soddisfazioni e vittorie.

Provare un ruolo nuovo per un calciatore ad esempio è sempre molto delicato e difficile, i giocatori si identificano in quel ruolo si sente dire “Io sono un difensore, io sono un attaccante” ne creano una questione d’identità come se loro fossero realmente così, senza pensare che magari qualche allenatore nel settore giovanile gli ha detto che in quel ruolo era bravo e li è rimasto tutta la sua carriera, senza mai pensare che magari poteva essere un grande attaccante fare molti gol e chi lo sa, magari anche avere anche una carriera con maggiori soddisfazioni.

Un altro rischio della “Zona di comfort” è quella di avere la convinzione di sapere già tutto, ecco perchè ci sono molti calciatori che ricoprono lo stesso ruolo da quando hanno iniziato a giocare a calcio come in altri sport di squadra e dopo tanti anni hanno la convinzione/presunzione di sapere ormai tutto. E’ qui che invece dobbiamo metterci a disposizione del nostro allenatore, con umiltà imparare nuovi movimenti, nuovi moduli di gioco, correggere gli errori, curare meglio i dettagli, cercare la perfezione, invece si sentono maturi ed in particolare nel gioco di squadra non sono nemmeno da guida per i più giovani, dove invece bisogna creare una figura d’ esempio un punto di riferimento.

Impariamo ad uscire dalla nostra zona di comfort, alleniamoci a prendere nuovi stimoli, imparare con entusiasmo ad allargare i confini che NOI abbiamo deciso di mettere alla nostra zona di comfort, al fine di ampliarla sempre più e godere di ogni situazione sia nella vita che nello sport.

Simone